Esiste un limite che ogni essere umano considera un vero e proprio argine. Superato anche quello ogni gesto successivo sarà imprevedibile.
Nei molti anni del caso Orlandi, la cui vera vittima mediatica sembra proprio essere Mirella Gregori (la ragazza dimenticata), ogni studioso è stato libero di scrivere il proprio pensiero: libertà di espressione prima di tutto!
Quello che non funziona e che il pubblico avalla come fosse un torneo di calcio è l'accaponarsi su una della tante teorie che, per quanto contrario alla filosofia, rimangono sempre tali, ovvero congetture ed illazioni.
Oggi si definisce teoria - per fare un esempio - quella che il grande Einstein formulò tra il 1905 e il 1916. Eppure, guarda caso, e in tempi poco avanti la sua intuizione, tale teoria venne ampiamente dimostrata. Come mai si definisce ancora tale?
Tutto è un legato al nostro sistema di percezione
Non avendo la possibilità di sperimentale in modo pratico la dilatazione del tempo, in ottemperanza alla contrazione dello spazio, per noi l'intuizione di Einstein rimane pura congettura. I fisici sanno bene che nella vita reale tutto questo potrà essere sperimentato praticamente quando avremo strumenti molto più evoluti, per cui è solo una questione di tempo. La restante parte degli esseri umani ancora non lo capisce e quindi non lo considera vero.
Lo stesso concetto vale nel caso Orlandi dove nulla è dimostrabile e tutto rimane tra la congettura, la convinzione e l'ossessione.
Tuttavia, con un po di buon senso, sappiamo che una buona idea, strutturata e supportata da una dinamica dominante, spesso porta ad una verità conclamata.
Il metodo, ovvero la ricerca della verità attraverso prove empiriche, deve spesso passare da ipotesi e poi da successive verifiche.
Quello che fino ad oggi si legge sul caso Orlandi sono forme massive di pensiero.
Alcune sono legate a taluni giornalisti che dopo aver scritto un libro si incagliano su quello scoglio e per nessun motivo cambierebbero idea.
Altre sono ipotesi volubili, che cambiano come il tempo ad ogni nuova dichiarazione.
La verità non è mai come si immagina
Nel labirinto intricato della conoscenza umana, la verità si erge come una sfuggente chimera, una meta ambita ma insidiosamente elusiva. Contrariamente alla nostra ingenua percezione, essa non si palesa spontaneamente come un raggio di luce che squarcia le tenebre dell'ignoranza, bensì si rivela come un frutto maturato attraverso un intricato processo di ricerca e indagine. La verità, infatti, non è un'entità statica e immutabile, bensì un miraggio dinamico che si manifesta nel flusso perpetuo delle esperienze umane.
Per intraprendere il viaggio verso la verità, l'uomo deve abbandonare l'arroganza dell'assolutismo e abbracciare l'umiltà dell'ipotesi. È nell'atto stesso di formulare un'ipotesi che l'intelletto umano abbraccia l'incertezza e si apre alle infinite possibilità del sapere. L'ipotesi, dunque, costituisce il seme da cui germoglia il frutto della verità, il punto di partenza imprescindibile di ogni ricerca autentica.
Tuttavia, il cammino verso la verità è disseminato di insidie e inganni. Le nostre menti sono intrappolate in una rete intricata di pregiudizi, concezioni errate e illusioni, che offuscano la nostra percezione e distorto il nostro giudizio. È solo attraverso un'incessante ricerca di conferme e confutazioni, un'incessante sfida alla nostra stessa comprensione, che possiamo sperare di trapassare il velo delle illusioni e accedere alla realtà nuda e cruda.
Il metodo scientifico si erge come la torcia guida nel buio della ricerca della verità. Attraverso l'osservazione empirica, l'esperimento rigoroso e la riflessione critica, esso ci offre gli strumenti necessari per discernere il vero dal falso, per smascherare le menzogne che si celano dietro le apparenze e per abbracciare la verità concreta e incontrovertibile.
Ma anche il metodo scientifico, per quanto potente e affidabile, non è immune dall'errore umano. Le teorie che oggi consideriamo sacrosante potrebbero essere domani confutate da nuove scoperte e nuove evidenze. In questo costante processo di auto-correzione e auto-trascendenza, la verità si rivela come un orizzonte in costante divenire, una meta irraggiungibile che ci spinge sempre più in là, verso l'infinito dell'ignoto.
Eppure, nonostante la sua natura sfuggente e mutevole, la verità rimane la bussola morale dell'umanità, la luce che guida i nostri passi nel buio dell'ignoranza. È solo abbracciando l'incertezza, sfidando le nostre convinzioni e interrogando incessantemente il mondo che possiamo sperare di avvicinarci alla verità, di avvertire il suo riflesso fugace e tremolante nella vastità dell'esistenza umana.
Mirella Gregori, un caso di serie B che invece non lo è!
Nel vasto panorama delle scomparse irrisolte che hanno scosso l'Italia, spesso alcune storie rimangono ingiustamente offuscate da altre più mediatiche. Tra queste vicende, emerge la tragica scomparsa di Mirella Gregori, una giovane ragazza che ha intrapreso un viaggio nel buio dell'ignoto il 7 maggio 1983, senza mai fare ritorno. Il suo caso, sebbene considerato "minore" rispetto a quello di Emanuela Orlandi, porta con sé una storia altrettanto straziante e una famiglia immersa nel dolore e nell'incertezza.
Mirella Gregori, all'età di soli 16 anni, è scomparsa nel nulla da una strada di Roma, lasciando dietro di sé un vuoto che non sarebbe mai stato colmato. La sua sparizione ha gettato la famiglia nella disperazione più profonda, con il tormento costante di non sapere cosa sia accaduto alla loro amata figlia e con il peso delle domande senza risposta che li ha accompagnati per anni.
Ciò che rende la storia di Mirella particolarmente straziante è il fatto che, nonostante gli sforzi della famiglia e delle autorità, non è mai emerso alcun indizio significativo sul suo destino. Il mistero avvolge la sua scomparsa come un velo impenetrabile, lasciando solo congetture e supposizioni che si perdono nel labirinto dell'ignoto.
La sofferenza della famiglia Gregori è palpabile, un dolore silenzioso che li accompagna in ogni istante della loro esistenza. La mancanza di risposte concrete li ha costretti a vivere in uno stato di limbo perpetuo, incapaci di elaborare il lutto e di trovare una qualche forma di chiusura. Il peso dell'assenza di Mirella si fa sentire in ogni momento, riportando alla mente il vuoto insopportabile lasciato dalla sua scomparsa improvvisa e inspiegabile.
E sebbene il caso di Mirella Gregori possa essere stato eclissato da altri più noti, la sua storia merita di essere raccontata e ricordata. È un monito contro l'indifferenza e l'oblio, un richiamo alla compassione e alla solidarietà umana di fronte al dolore altrui. Ogni persona scomparsa porta con sé una famiglia distrutta, un destino spezzato e un'enorme lacuna nell'animo di coloro che li hanno amati.
La ricerca della verità su Mirella Gregori continua ancora oggi, alimentata dalla speranza mai sopita di trovare finalmente delle risposte. È un viaggio doloroso e tortuoso, ma è un viaggio che la famiglia Gregori è disposta a intraprendere fino alla fine dei loro giorni, nell'ardente desiderio di portare alla luce la verità nascosta dietro il mistero della scomparsa della loro amata Mirella.
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