Se fosse stato proprio il Vaticano ad organizzare il rapimento di Emanuela Orlandi la migliore copertura dello stato pontificio sarebbe stata quella di rendersi vittima di un'ipotetica pista internazionale. In quest'ottica infatti, da colpevole di fatti agghiaccianti, sarebbe diventato oggetto di ricatto per scopi internazionali.
In merito ai telefonisti Mario e Americano, Marco Accetti è assolutamente il proprietario delle loro voci. Ciò però non aiuta a definire il quadro della vicenda ma di fatto lo colloca in quel contesto.
Allo stesso modo, De Pedis e i 4 faccendieri che rapirono la Orlandi, sono pedine credibili; loro si posizionano perfettamente nel puzzle di quel giorno, come anche lo stesso Mons. Vergari (all'epoca rettore della basilica di Sant'Apollinare) che chiese il famoso "favore" a Renatino De Pedis.
Sisde, Stasi e servizi segreti arrivano dopo, quando ormai hanno capito che il Vaticano aveva fatto il "gran" colpo di coda, ma è troppo tardi per fermare la macchina papale. Mario e Pierluigi depistano e prendono tempo. l'Americano alimenta la pista internazionale e sposta l'attenzione allo stesso livello di Wojtyla, il primo (teniamolo a mente) che parlò della questione sovranazionale parlando con la famiglia Orlandi.
Il gruppo degli avvoltoi
L'americano chiama casa Orlandi la prima volta il 5 luglio 1983 è dispone di una cassetta della voce di Emanuela della quale fa ascoltare alcuni spezzoni registrati allo zio Mario Meneguzzi. L'americano non ha altro.
Anche nella cassetta delle sevizie, di cui sul lato A c'è la voce di un uomo che legge un comunicato, è stata appositamente creata per apporre il sigillo del "gruppo degli avvoltoi" a dimostrazione che loro fossero parte della vicenda. In realtà nulla di più falso.
Gli avvoltoi reperirono il materiale di Emanuela ed ebbero accesso a diverse informazioni. Il loro scopo "ufficiale" era telefonare per depistare, ma della ragazza non sapevano nulla. Non parteciparono al rapimento e alla detenzione. Non sapevano dove fosse la ragazza e non hanno mai saputo la sua reale fine.
Per loro fu un gioco in cambio di soldi e di notorietà, condito da una buona dose di politica che animava i partecipanti eleggendoli ad immolarsi alla causa anti-comunista, ma furono solo delle comparse inutili, distruttive e senza alcuna dignità umana. Il ruolo di avvoltoi li relegava ad ottenere qualche informazione e qualche oggetto della Orlandi con il solo scopo di tenerli buoni, in attesa di un eventuale corpo sul quale cenare divertiti.
Quando vollero fare il passo più lungo della gamba venne uccisa una del loro gruppo, Katty Skerl, e così tutto si fermò.
Anche i famosi comunicati Turkesh si interrompono misteriosamente dopo il caso Garramon.
Emanuela non venne rapita per liberare Agcà e non venne rapita per la questione IOR e Banco Ambrosiano. Fu una ragazza in mezzo ai preti che vide o subì qualcosa per la quale andava eliminata. Forse ci fu reticenza nei prelati che organizzarono il rapimento con De Pedis ma alla fine tutto si compì. Un parto complicato quello del rapimento da parte dei preti protagonisti ma i soldi, si sà, danno la vista ai ciechi e la tolgono a chi vuole averne troppi.
Mirella Gregori
Mirella venne rapita per scopi diversi ma dalla stessa organizzazione; questa aveva il compito di far sparire ragazze adolescenti per scopi non ancora individuati, ma presumibilmente riconducibili a questioni di tipo sessuale per l'industria dei film o delle fotografie.
Ovviamente stiamo parlando di un pubblico di destinazione non aperto ma di imprenditori, politici e prelati con grandi perversioni, che pagavano fior di soldi pur di avere quel tipo di materiale.
Mirella Gregori non c'entra nulla con il rapimento di Emanuela Orlandi benché si può ravvedere la stessa organizzazione che si occupa di rapirla.
Anche qui c'è la presenza del gruppo di avvoltoi che si pone sul ciglio del fiume in attesa di averne qualche resto, come ad esempio i vestiti.
Furono proprio questi vestiti che l'americano usò in una telefonata la famiglia Gregori, per dimostrare che avesse la ragazza e che i due rapimenti fossero collegati.
Di Mirella però non rimane nulla, inghiottita nel buco nero delle sparizioni romane del 1983, che videro coinvolte più di 53 ragazze, delle quali non si sà più nulla.
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